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Jammers
 
Torna alla ribalta il dispositivo che blocca il segnale ai cellulari
 
Il New York Times ha rievocato nei giorni scorsi il dibattito sulla più o meno genuinità del prodotto in questione.
I “phone jamming” starebbero infatti conquistando i mercati di mezzo mondo ma non tutti apprezzano l’invenzione: questi dispositivi capaci di bloccare il segnale del telefonino in un ambiente possono tramutarsi in pericolosi nemici sguinzagliati alle calcagna dei “chiacchieroni al cellulare”.
Come è facilmente ipotizzabile, quest’oggetto sta creando alcuni problemi, non tanto tecnici quanto normativi; in molti paesi tra cui l’Italia, viene considerato illegittimo qualsiasi sistema atto a impedire il funzionamento di un cellulare, salvo rari casi. Il quotidiano newyorkese pubblicava giorni fa le parole di un architetto, pendolare sui treni del mattino, proprietario di un Jammer e stanco di sentir spettegolare ad alta voce i propri compagni di viaggio: “Una signora ha continuato a parlare per 30 secondi prima di realizzare che, dall'altra parte del telefono, non c'era più nessuno!”.
Quest'insofferenza può essere sicuramente condivisa da molti pendolari ma non da tutti; del resto, sono in tanti anche coloro che sfruttano i “tempi morti” degli spostamenti per curare i propri rapporti personali e/o professionali.
Secondo il NYT si tratta di un fenomeno complesso, le cui radici affondano nella sfera dei rapporti sociali. Secondo James Katz, direttore del Centro Studi per le Comunicazioni Mobili dell'Università di Rutgers, “Chi parla al cellulare pensa di avere diritti che vadano sempre oltre quelli di coloro che lo circondano, mentre chi impiega un jammer (portatile, ndr) pensa che siano i suoi diritti quelli più importanti”.
Esistono diversi modelli dei phone jammer: alcuni arrivano a irradiare potenze alquanto elevate e, per quanto chi le vende si sforzi di limitarne la diffusione a chi ha i requisiti per acquistarli, i fatti dimostrano che, complice la rete Internet, ci si può approvvigionare di tali apparati senza alcuna difficoltà, senza molto riguardo a normative e trasparenza.
Nel frattempo, il Garante americano delle telecomunicazioni (FCC) ha reso nota l’imposizione di una multa pari a 11mila contro chiunque venga colto in fragrante mentre utilizza senza autorizzazione uno di questi dispositivi.
Considerabile anche il danno cui sono soggette le compagnie telefoniche. ”Verizon Wireless spende 6,5 miliardi di dollari l'anno per tenere in esercizio la sua rete cellulare”, sostiene il quotidiano statunitense.
Certo è che l’azienda non ricava alcun vantaggio dall'impiego di questi apparati, anzi. Per questo motivo, secondo il portavoce Verizon Jeffrey Nelson ”Si deduce facilmente che, nello stesso momento in cui il mercato si trova a domandare l'ampliamento della copertura delle reti cellulari, lievita parallelamente anche il mercato del Jammer”.
Ovviamente, tutti gli operatori telefonici fanno a gara nel descrivere i problemi provocati dai jammer.
Va per la maggiore l'esempio immaginato prendendo in considerazione i criminal, i quali potrebbero sfruttare il dispositivo per impedire le chiamate di emergenza dal telefonino dei malcapitati con cui hanno a che fare.
A parte inutili drammi immaginari, è anche vero che se un aggressore volesse usare un jammer comunque, non incontrerebbe difficoltà nel procurarselo.
Mentre non si trova una fine a questo dibattito socio-ideologico, il business dei Jammer prospera: Victor McCormack di PhoneJammer.com (Londra), sostiene di vendere 400 esemplari al mese negli Stati Uniti, rispetto ai 300 dello scorso anno; in aumento anche gli "holiday gift" (pacco regalo, esente da certi dazi), la cui quota supera le 2mila unità.
L’importazione potrebbe ora scontrarsi con i nuovi provvedimenti del Garante TLC anche se, come detto, al momento si parla ancora di sanzioni non per chi possiede il dispositivo ma per chi lo usa.
A prescindere da tutte le considerazioni mosse fino ad ora, restano forti dubbi circa la trasparenza, in relazione soprattutto agli aspetti normativi: gli USA cercano chiarezza e, proprio per questo, la recidività in comportamenti di questo genere verrà sanzionata con la detenzione.
In Italia vige la “Legge 8 Aprile 1974”, relativa alla “Tutela della riservatezza e della libertà e segretezza delle comunicazioni”: molte aziende produttrici fanno riferimento ad essa nei propri “disclaimer”, confidando che nessuno decida di declinare la responsabilità per utilizzi indebiti su chi realizza tecnologie, anziché su chi dissennatamente le tecnologie stesse.

Jammer: l’anti cellulare che mette in disaccordo - 5 Novembre 2007
 
Jammer anti-telefonino, epidemia in Malaysia
 
Kuala Lumpur - La notizia pubblicata dallo Star Online informa di un cambio di rotta epocale in Malaysia, paese che da anni spinge per la diffusione della tecnologia che ora decide di bloccare, almeno in parte.
A preoccupare il governo malese è infatti l'enorme diffusione di telefonini dotati di cam, capaci di catturare immagini e audio al di fuori di un controllo che il regime tenta di mantenere ad ogni costo anche nell'era digitale: smartphone che ora, nella capitale, saranno ostacolati da phone jammer, dispositivi che bloccano la comunicazione e che sono già stati installati in alcune aree della città.
Oltre ai jammer, apparecchi utilizzati ormai in molti paesi, in numerose aree vige il divieto di utilizzo di telefonini o PDA.
Le aree interessate sono luoghi di riunione ufficiali, edifici amministrativi ed altre "location" definite "zone di sicurezza dell'informazione".
Secondo il sottosegretario Mohamed Sidek Hassan, i nuovi dispositivi mobili rappresentano un "rischio spionaggio".
A suo dire "l'assenza di un controllo su questi dispositivi e una protezione dal loro abuso, può portare ad implicazioni negative per l'economia, la sicurezza, la funzionalità e l'immagine del Governo del paese".
Sidek non nega che l'utilizzo dei telefonini sia ormai indispensabile anche in ambito governativo, ma sottolinea che la loro diffusione "Ha serie implicazioni sul fronte della sicurezza. Di questi dispositivi si può abusare per raccogliere o persino trasmettere informazioni, inclusi dati o immagini digitali senza autorizzazione".
Come conseguenza di una circolare ufficiale diramata alle agenzie governative, riunioni e meeting dovranno aprirsi con l'esplicito avvertimento ai partecipanti di non registrare audio o video per non violare le regole della riservatezza.

17 Aprile 2007
 
 
 
 
 
 
 
 
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