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Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori
   
Garante per la Privacy
   
Password più sicure
 
   
Il garante della privacy ha espresso la necessità di rendere le password di accesso più sicure attraverso l’introduzione di un sistema di riconoscimento vocale: l’authority ha quindi autorizzato una multinazionale a utilizzare un sistema di riconoscimento biometrico basato sul rilevamento delle impronte vocali dei propri dipendenti per gestire in maniera sicura e automaticamente, la password necessaria per accedere ai sistemi informatici; naturalmente sarà necessario il consenso degli interessati.

Il sistema di rilevamento biometrico, sottoposto al vaglio dell'autorità, si basa sull'identificazione dell'utente attraverso l'elaborazione dell'impronta vocale, registrata e memorizzata su un server, mentre per la trasmissione dei dati è previsto l'uso di una rete protetta.

Nell'ambito della verifica preliminare il garante ha ritenuto che il sistema possa garantire, per il rinnovo delle password d'accesso dei dipendenti ai servizi informatici, un elevato livello di sicurezza, tenuta anche conto dell’esclusività dell’impronta vocale. L'autorità ha comunque prescritto alla società l'adozione di misure organizzative per prevenire eventuali rischi di utilizzo abusivo dei dati personali raccolti nella fase di addestramento. Infine, in caso di cessazione del rapporto, tutti i dati del dipendente di lavoro dovranno essere tempestivamente cancellati.

10 Giugno 2008

 
   
Privacy: il Garante lancia l’allarme sulle Carte Fedeltà dei supermercati
 
   
Apprendiamo dagli organi di stampa dell’allarme lanciato dal Garante per la Privacy, Francesco Pizzetti in merito alle tessere fedeltà che i consumatori usano fare solitamente nei supermercati.
Tali tessere servono ad ottenere i premi fedeltà e a tal fine i clienti sono invogliati a fornire informazioni molto personali che potrebbero essere utilizzate per altri scopi.
“Condividiamo pienamente le preoccupazioni del Garante - commenta il segretario nazionale del CODICI, Ivano Giacomelli, invitandolo ad intervenire concretamente al fine di evitare che i dati personali dei consumatori siano utilizzati per nuove tecniche di analisi”.
Pertanto, il CODICI chiede al Garante di studiare al più presto un sistema per proteggere anche le banche dati dei supermercati con l’obiettivo di tutelare la privacy dei cittadini, così come avviene, ad esempio, per le banche dati delle compagnie telefoniche.

23 Maggio 2008

 
   
Redditi online, indagato il capo dell'agenzia delle entrate
 
   
Roma - Massimo Romano, direttore dell’agenzia delle entrate, è stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Roma con l’ipotesi di reato di violazione della legge sulla privacy in relazione alla diffusione in rete dei dati dei contribuenti del 2005, diffusi dalla stessa agenzia delle entrate il 30 aprile scorso. A Romano il procuratore aggiunto Franco Ionta e il pm Francesco Polino hanno inviato un invito a comparire. Romano è stato iscritto per la violazione della legge sul trattamento dei dati, articolo 167 della legge sulla privacy. In particolare ci si riferisce all’articolo 17 della stessa legge sul trattamento di dati diversi da quelli sensibili e giudiziari che presenta rischi specifici per i diritti e le libertà fondamentali tanto da richiedere misure e accorgimenti a garanzia dell’interessato.

Interrogatorio A Massimo Romano, contestualmente all’iscrizione, è stato notificato un invito a comparire. Il dirigente dell’agenzia delle entrate sarà sentito nei prossimi giorni in procura a Roma. La procura di Roma aveva aperto un fascicolo sabato scorso. Intanto il procuratore aggiunto Ionta e il pm Polino hanno chiesto e ottenuto il parere del Garante per la privacy con cui lo stesso Garante ha censurato la pubblicazione on line dei dati fiscali. L’indagine, oltre alla individuazione di un eventuale dolo nella pubblicazione in rete dei dati, prosegue anche sul fronte della "clonazione" degli stessi dai tramite il file sharing.

Le dichiarazioni dei redditi del 2005 infatti, sono rimaste disponibili in rete anche dopo lo stop imposto dal Garante della privacy. L’inchiesta dovrà accertare anche perché gli elenchi sono stati pubblicati on line il 30 aprile mentre sarebbero stati disponibili già all’inizio del mese di marzo. Si dovrà accertare anche se questo lasso di tempo sia stato in qualche modo viziato da dolo. In procura a Roma è intanto giunta oggi la denuncia del Codacons con la quale l’associazione dei contribuenti chiede un risarcimento di 20 miliardi di euro dopo la pubblicazione dei dati on line. La procura ha formalizzato, indagando Romano, la decisione dell’agenzia delle entrate assunta due giorni fa secondo cui la pubblicazione degli elenchi dei contribuenti contrasta con la normativa in materia.

9 Maggio 2008
 
 
   
   
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


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